Migliorare il riconoscimento di parole su un fondo di rumore

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 02 aprile 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Se mi rapissero e mi portassero bendato a Manhattan, saprei dove mi trovo dall’inconfondibile sottofondo acustico di New York, così suggestivo e caratterizzante che tanti registi cinematografici non hanno resistito alla tentazione di proporlo per far entrare lo spettatore, attraverso quell’atmosfera unica, nell’ambiente in cui si svolge la storia, a volte usandolo quasi come una colonna sonora aggiuntiva. Immagini, come i taxi che sembrano scorrere senza un proprio rumore su quella traccia sonora per raccogliersi a decine davanti ai grandi alberghi nei pressi della Paramount Tower, del Madison Square Garden, della Penn Station, di Barnes & Noble e di tutti i luoghi più celebrati della Fifth Avenue, non avrebbero quel tratto distintivo senza quell’effetto sonoro di fondo che ha ispirato celebri capolavori, da Colazione da Tiffany di Blake Edwards a Manhattan di Woody Allen, e tanti altri[1] fino ai video dei nostri giorni, che ci restituiscono il clima della metropoli più cosmopolita del mondo dopo lo spettrale silenzio del lockdown.

Le componenti di questa “firma acustica” sono varie, dalle numerose fonti di musica diffuse all’esterno degli edifici e all’interno dei negozi durante tutto il giorno, ai musicisti di strada, dal traffico veicolare, con ronzii di motori e segnali acustici, alle innumerevoli tracce e frammenti di comunicazioni verbali tra migliaia di persone in movimento, ma la ragione principale dell’effetto speciale è la presenza di quegli straordinari raccoglitori di onde sonore che sono i giganteschi grattacieli, responsabili di forme di eco diffuse e di dispersione ritardata delle frequenze normalmente stimate sottosoglia.

Eppure, questo ambiente acustico evocato come atmosfera nelle arti audiovisive, quando supera il livello di decibel del gradevole sottofondo, mascherando le frequenze acustiche basse e medie della voce umana, diventa un problema di inquinamento acustico che rende irritantemente impossibile comunicare[2].

Prachi Patel e colleghi, tutti attivi alla Columbia University o in altri istituti di ricerca di New York, sono esperti del problema di comunicazione verbale in presenza di livelli di rumore tali da creare interferenza acustica per la discriminazione uditiva delle parole, e sanno che l’efficiente percezione del linguaggio parlato in presenza di mascheramento o distorsione non dipende solo dalla soglia uditiva e da altri oggettivi parametri percettivi, ma presenta variazioni individuali connesse con l’efficienza dell’elaborazione cerebrale dell’informazione condotta dalle vie acustiche all’area 41 della corteccia del lobo temporale. Questi autori presentano un caso modello di percezione del linguaggio disturbato da rumore in un paziente con elettrodi impiantati nel planum temporale: il caso fornisce un dato nuovo sull’elaborazione acustica e sembra indicare una nuova via per superare il problema.

(Patel P., et al. Improved Speech Hearing in Noise with Invasive Electrical Brain Stimulation. Journal of Neuroscience Epub ahead of print doi: 10.1523/JNEUROSCI.1468-21.2022, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Mortimer B. Zuckerman Mind Brain Behavior Institute, Columbia University, New York, NY (USA); Department of Electrical Engineering, Columbia University, New York, NY (USA); Hofstra Northwell School of Medicine, New York, NY (USA); Feinstein Institute for Medical Research, New York, NY (USA).

La discriminazione acustica col riconoscimento percettivo delle frequenze della voce umana nell’ascolto di comunicazioni verbali in un ambiente rumoroso costituisce in generale un cimento impegnativo, che ad alcuni ascoltatori risulta particolarmente arduo, anche se per molte persone si tratta di un compito quotidiano legato all’attività lavorativa svolta in un ambiente di lavoro rumoroso o all’aperto, in spazi mercatali o vie affollate e trafficate.

Prachi Patel e colleghi hanno osservato un effetto rilevante e significativo in un paziente neurochirurgico, portatore di elettrodi intracranici impiantati nel planum temporale: effettuando una stimolazione elettrica cerebrale profonda, mediante gli elettrodi inseriti a scopo terapeutico, migliorava straordinariamente l’abilità di percepire e discriminare correttamente l’esecuzione vocale di comunicazioni verbali immerse nel rumore. Si registrava, infatti, un miglioramento fino al 50% della qualità nella stima soggettiva, e fino al 97% nell’intelligibilità oggettiva.

L’analisi ha dimostrato che la stimolazione del planum temporale risultava in un selettivo rinforzo del rilievo dei suoni del linguaggio articolati con la voce umana, senza accentuazione delle frequenze del rumore di fondo che, in questo senso, risultava filtrato.

Proseguendo nell’analisi, si è visto che i campi recettivi dei siti del planum temporale la cui stimolazione migliorava la percezione della parola erano sintonizzati con suoni spettralmente ampi e rapidamente varianti. L’analisi dei potenziali evocati cortico-corticali ha rivelato che i siti del planum temporale erano localizzati tra i siti del giro di Heschl e del giro temporale superiore.

I ricercatori hanno poi rilevato che la discriminabilità del parlato dai suoni non linguistici aumentava nelle risposte neurali di popolazioni cellulari dal giro di Heschl ai siti del planum temporale e del giro temporale superiore.

Queste evidenze indicano per il planum temporale un ruolo causale nella soppressione del rumore di fondo e suggeriscono, secondo gli autori dello studio, una nuova soluzione neuroprotesica[3] per migliorare la percezione del parlato in ambienti rumorosi e studiare trattamenti selettivi e specifici per coloro che presentano particolari difficoltà nell’isolamento della voce dal rumore di fondo.

A noi piace sottolineare la necessità di approfondire lo studio di questo ruolo del planum temporale, innanzitutto per accertare la generalizzabilità di questo risultato e poi per verificare se la stimolazione in altre sedi cerebrali contigue o distanti possa produrre lo stesso effetto di miglioramento selettivo della voce udita.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-02 aprile 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] L’elenco sarebbe lunghissimo, con film di Billy Wilder e di tanti maestri del cinema, ma solo citando a memoria: West Side Story, Taxi Driver, C’era una volta in America, Il Padrino, I guerrieri della notte, Ghostbusters, C’è posta per te, Serendipity, Mamma ho riperso l’aereo, Spiderman, Harry ti presento Sally, Una notte al museo, Autunno a New York, Wall Street, ecc.

[2] Culturalmente considerato il “lato negativo” della Big Apple, è spesso rappresentato in fiction e movies in modo critico e divertente, come in un episodio di Detective Monk, in cui il protagonista, giunto a Manhattan da San Francisco, tenta reiteratamente di proseguire una conversazione sempre interrotto e assordato da un martello pneumatico di una delle tante sedi stradali in cui si fanno lavori che aggiungono rumore a quello del traffico.

[3] Naturalmente noi riteniamo che solo delle condizioni patologiche possono giustificare un intervento terapeutico mediante neuroprotesi; non è certo concepibile che, invece di ridurre l’inquinamento acustico o abbassare i decibel del rumore ambientale, una persona sia costretta all’uso di una neuroprotesi per un’efficace percezione della voce degli altri.